Ringraziando la CISL…

… per il quadro fornito in rete – e che si può trovare su questo link – non si può non partire dal fatto che pur trattandosi di una manovra legata ad una strettissima cerchia di persone sono sempre soldi che partono dal debito pubblico e finiscono nelle tasche degli italiani.
Siccome sono un italiano anche io, potrei starmene zitto e, se riscontrata la possibilità, intascare e ringraziare. Ma sarebbe troppo facile. Perché da soggetto che fa informazione non mi sentirei in pace con me stesso se non dicessi quello che sto per dire.
Innanzitutto, è bene rimarcarlo, si tratta di soldi che vengono dalle casse dello Stato. E da quale cassa potranno mai venire fuori se non giocando contabilmente con la percentuale massima del rapporto deficit/PIL, cioè il debito pubblico italiano? Credo nessun’altra.
Con questo si vuole dire che si tratta di manovra politica simil 80 famosi euro di questa legislatura? No. In questo caso si tratta di un progetto, che ancora legislativamente non è strutturato, per dare assistenza alle persone indigenti – che sono più di quanto si immagini, se si pensa che nella normalità le persone indigenti sono quelle più visibili che chiedono la carità nei modi più diversi, e il resto praticamente non lo si vede ma esiste ed è il resto dell’iceberg.
Questo progetto è una bella cosa. Veramente. E’ senso di attaccamento alla popolazione. La questione a ciò seguente è come la popolazione utilizzerà quei soldi che gli vengono senza aver fatto qualcosa di tangibile per meritarli. La povertà, è inutile negarlo, non è una bella cosa. Ma non sarebbe altrettanto bello se la maggior parte di quelle persone che prenderanno i soldi non faranno altro che sperperarli in lotterie o quant’altro che non è un mezzo di lotta alla povertà.
Cosa sto cercando di dire? Che la gente che percepisce questi soldi dovrebbe avere dei vincoli di spesa, magari tracciabili. In libertà assoluta di spesa non ci sarebbe in nessun modo un servizio alla povertà del paese, con l’aggravante che è tutto a carico dello Stato.
Se qualche politico sta ascoltando questo, faccia in modo di dare obbligatorietà, con libertà di scelta di negozi o altri esercizi, all’utilizzo da parte del cittadino di questi fondi. Perché se no sono in tutto e per tutto soldi buttati. Magari spendibili per dare lavoro e togliere ugualmente della povertà dal paese.