Poteva il Papa essere…

… meno chiaro? No.
Questa guerra in corso non ha nulla a che fare con le religioni. L’islam è un ostaggio, se cosi lo si può chiamare, di tutto l’Isis. E molti islamici di certo sentono la vergogna di dover essere emarginati per colpa di tutti quelli che in nome del loro dio fanno quello che stanno facendo.
A loro, a tutti quei musulmani che cercano semplicemente un angolo di sole in cui essere se stessi e rifuggono tutto questo schifo messo in piedi nel nome del loro dio va la personalissima comprensione.

Anche il Califfato cerca il suo posto al sole. E sembrerebbe puntare tutto su attentati più o meno diretti di provenienza. E li sta scatenando in tutto il mondo. Ma non hanno fatto i conti con il semplice particolare che nella vita ci si abitua a tutto. Perfino alle bombe. E siccome credo di non essere l’unico che guarda i telegiornali, a forza di fare attentati non si può che relegarli nella cronaca spicciola. E non più nella più potente e strillata prima pagina. L’Isis non ha fatto i conti che la gente oramai è assuefatta a tutti gli attentati che succedono. E fatto importante non ha più paura, ma al massimo fastidio e giusto cordoglio per tutti i collaterali colpiti dall’attentato di turno.
Brutto da dire, o forse bello, ma l’Isis sta facendo la sua più lenta e totale scomparsa dall’attenzione principale della gente.

Ho già detto che l’Isis…

… è benvenuto se vuole dimostrare di essere un sistema di governo, e sottolineo di governo, migliore di tanti altri. Ma forse c’è stato un fraintendimento, vedendo tutti gli attentati che stanno capitando – e che si spera finiscano il prima possibile: fare dei morti e dei feriti non è prova di essere un buon governante. Ma solo uno dei tanti che non sa fare altro che ammazzare della gente per mano di soggetti a cui molto probabilmente, agevolati da favorevoli condizioni mentali, è stato fatto un completo lavaggio del cervello.
In questo momento dovrei sentire il coro, e seguirlo bene inteso, di tutti quelli che vogliono solo tonnellate e tonnellate di bombe sullo Stato islamico, a casa loro. Però chissà come mai c’è la fiducia di trovare delle orecchie aperte che capiscano di doverla smettere con attentati e quant’altro.
Solo qualcuno che non ha fatto i suoi debiti conti può sperare di combattere una guerra aspettando che l’Europa o l’America o qualsivoglia paese “inizino le danze”. Solamente un comandante con molti soldati al suo seguito sparsi per tutti i continenti, incapace di fare una guerra sui fatti e non sul sangue a volte totalmente innocente, può mettere in atto quello che sta dimostrando.

Sempre più ci si avvicina ad un punto di non ritorno. E sempre più si potrebbe dimostrare del sale in zucca e piantarla con degli attentati capaci solamente di rinsaldare le fila della gente innocente a cui capitano.
A fare quello che stanno facendo, gli jihadisti non fanno il loro vantaggio, ma solamente la firma per una condanna a morte. Le potenze democratiche non giocheranno in difesa in eterno. Prima o poi tutti, compreso chi vi sta scrivendo, saranno favorevoli, chi più chi meno e loro malgrado, a radere al suolo tutto quanto. A fare piazza pulita dell’Isis e di tutto quello che esso ha creato. E magari non sarebbe necessario, se gli jihadisti dimostrassero quello che dovrebbero nel più benefico e fruttifero senso della questione.
Se l’Isis vuole sopravvivere – e può farlo visto che ad un paese che non rompe le scatole a nessuno dello spazio glielo si può dare – la deve finire di fare quello che sta facendo. Deve iniziare a dare prova di essere non un sanguinario tagliagole di innocenti, ma un governante come tutti gli altri, capace di sedersi ad un tavolo e a discutere i problemi propri e altrui.
A fare l’assassino sono bravi tutti: basta un’arma ed una vittima. A fare il governante servono tante qualità, che potrebbero essere apprezzate e valorizzate da tutto il mondo: basta solo metterle in atto…

Adesso salta fuori…

… questa Amaq, una agenzia stampa, o come dicono molti pseudo-agenzia, con dei contatti con il Califfato dell’Isis. E’ lei che sta facendo fare il giro di media mondiali alla notizia della rivendicazione da parte dello Stato Islamico sulla strage di Nizza.
Siccome si tratta di un organo di stampa nella parte più elementare di se stesso, si può prendere la notizia come corretta e quindi ripubblicabile come valida. Ma la domanda è: fino a che punto si può prendere sul serio un “organo di stampa” che dice di avere fonti alla fonte della rivendicazione, ma che alla prova finale può essere semplicemente un intermediario che fa più danni di quanto ne farebbe la diretta dichiarazione?
Non bisogna dimenticare che internet, tra cui chi vi sta scrivendo, è un pozzo senza fondo di informazioni. Ma detto cento l’insieme di tutte queste, la percentuale di quelle vere e fondate è bassa, molto ristretta. Ci vuole molta lucidità mentale per non farsi prendere dal panico e spacciare una notizia falsa per vera. Come è stato per il corrispondente Rai Piero Badaloni dato diverso tempo addietro per morto su Twitter mentre era vivo e vegeto al suo posto di lavoro.
Non voglio negare che ci sia la rivendicazione ufficiale, e che Amaq stia facendo il suo “lavoro”. Ma il sospetto che si voglia cavalcare la tigre del terrorismo, funzionalmente o meno da parte degli interessati, anche quando si tratti di un semplice atto di psicosi da parte di una persona mentalmente instabile secondo me ci può essere.
Se si trattasse di terrorismo, buon lavoro all’intelligence e a tutta la polizia coinvolta. E mi auguro che i colpevoli vengano messi nelle mani della giustizia. Ma il pensiero va a tutte quelle persone che vivono la loro vita di tutti i giorni, e che si sentono dire per l’ennesima volta che il terrorismo è di nuovo in Europa, se non se n’è mai andato. Loro non hanno bisogno di essere spaventate per l’ennesima volta. E non hanno bisogno di essere fomentate a vicenda per bombe su bombe quando non necessario…

Il Bangladesh adesso…

… ha calamitato l’attenzione mondiale. Il terrorismo sta colpendo ancora e non si riesce a vedere la fine di tutto quanto questo ammazzare gente e far esplodere bombe.
Con la strana sensazione che il terrorismo abbia perso il suo smalto e la gente sempre più se ne frega di un gruppetto di persone che fanno cose abominevoli in giro per il mondo, l’argomento di oggi non è il terrorismo.
Oggi molto più semplicemente si mette in circolo un consiglio: pensate.
Anche solo al libro che state leggendo o a quello che dovete fare, ma pensateci.
Datevi da fare con la vostra testa. E se fosse necessario assimilate più informazioni che potete.
Ma pensate.
E se ci riflettete – mi veniva da scrivere “pensate” ma ho deviato su un sinonimo – il pensiero non fa cadere dentro la spirale del terrore in cui si vorrebbe farci cascare.
Il pensiero volendo aiuta se stessi e gli altri più di quanto non ci si immagini.
Quindi provate a pensare.
Magari non subito, magari non finito di leggere questo. Ma pensate anche solo un pensiero.
Credo ne trarrete giovamento…

Forse in questo post a tutto non ho pensato…

La domanda di oggi…

I terroristi non ce l’hanno uno straccio di idea da proporre piuttosto di scagliare bombe?

La partita di ieri sera…

… confessando di averla mancata, è stata recensita molto bene. Sembrerebbe che Antonio Conte ha fatto resuscitare una squadra che era praticamente decotta. Ma basterà a far vincere gli italiani? O per lo meno: una vittoria italiana sarebbe una vittoria di cui potersi ricordare, o saranno più marcati nelle cronache e nella storia la violenza che in tutta la Francia spopola letteralmente?
Un piccolo ringraziamento va alle forze di polizia che stanno facendo il possibile per garantire l’ordine non soltanto della gente comune, ma anche dei tifosi e degli ospiti nella nazione per disputare le partite.
Calciatori soprattutto, visto che un attentato proprio a loro sarebbe davvero la miccia che farebbe brillare la carica della violenza in tutta l’Europa, sperando che non si scateni in tutto il mondo.

L’Isis, pur se guerrafondaia e molto violenta, sa bene che un colpo tanto pesante per la sua situazione comporterebbe come minimo una sana bomba atomica entro 24 ore. E non soltanto da una direzione sola, ma da tante parti.
Se mi fosse possibile parlare con l’Isis mi piacerebbe dire molto volentieri una frase tratta dal film “Il malato immaginario” con Alberto Sordi: il mondo lo si cambia non con le bombe – che inevitabilmente ti cascano addosso se a tua volta te le vai a cercare – ma con le idee.
Se voi dell’Isis avete una idea di mondo che può essere rivoluzionaria, bussate alle porte del mondo e guadagnatevi uomo dopo uomo la vostra influenza. Scatenare il terrore è troppo facile: conquistatevi il vostro posto al sole come fanno tutti, cioè faticando. E non distruggendo.